Angiopatia amiloide

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Angiopatia amiloide cerebrale
Angiopatia amiloide cerebrale al microscopio ottico.
Specialitàneurologia
Classificazione e risorse esterne (EN)
MeSHD016657
MedlinePlus000719
eMedicine1162720

L'Angiopatia Amiloide Cerebrale (detta anche Angiopatia Congofila), è una forma di angiopatia nella quale si formano depositi di materiale amiloide sulle pareti dei vasi sanguigni di medio e piccolo calibro del sistema nervoso centrale.

Il termine "congofila" è utilizzato in quanto la presenza di aggregazioni anomale di amiloide possono essere evidenziate, nell'esame microscopico dei tessuti encefalici, tramite l'uso del colorante Rosso Congo.

In questa forma patologica, l'amiloide viene rinvenuta solo all'interno dei vasi meningo-corticali del cervello, e come tale l'angiopatia amiloide non è completamente correlata ad altre forme di amiloidosi, differendo anche per la conformazione sterica della proteina mutata.

I depositi amiloidi predispongono a lesioni i vasi sanguigni coinvolti, aumentando il rischio di emorragie cerebrali; queste emorragie sono solitamente localizzate in un unico lobo cerebrale, a differenza delle emorragie legate all'ipertensione, e hanno un ampio range di manifestazioni cliniche: da asintomatiche, nel caso delle microemorragie, fino alle grandi emorragie che risultano in sintomatologie più evidenti ed invalidanti come emiparesi, aprassia.

L'angiopatia amiloide, essendo causata da accumuli della stessa Beta-amiloide che è riscontrabile nella malattia di Alzheimer, è spesso correlata con tale patologia. Non si tratta di una nuova malattia, ma il suo inquadramento nosologico è ancora relativamente giovane; ciò è legato al fatto che prima la malattia potesse essere evidenziata solo all'autopsia, mentre oggi grazie al progredire della neuroradiologia delle emorragie, possono essere reperiti segni suggestivi della malattia anche prima dello sviluppo di sintomi.

Nel 2015 è venuto alla luce che la terapia a base di ormoni della crescita ricavati da cadaveri, che in seguito si è scoperto affetti da Creutzfeldt-Jakob (CJD), ha provocato casi di angiopatia amiloide cerebrale (CAA). In seguito a questa scoperta sono stati fatti esperimenti sui topi e nel dicembre 2018 è stato pubblicato che questi ultimi se trattati con i campioni, risalenti ad oltre 30 anni, di ormoni ricavati da cadaveri umani contaminati hanno sviluppato anch'essi l'angiopatia amiloide cerebrale. Dal 1985 la terapia a base di ormoni della crescita non prevede più l'uso di ormoni da cadaveri ma di ormoni sintetici. Ad oggi non sono conosciuti indizi che la malattia di Alzheimer possa essere contagiosa o trasmissibile[1].


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